Mi è stata posta la seguente questione: alcuni vorrebbero separarsi completamente dagli altri e stare soli – e in ciò troverebbero la pace, e nello stare in chiesa: è questa la cosa migliore? Io ho risposto di no, ed ecco perché. Chi è come deve essere, in verità, si trova bene in ogni luogo e con chiunque, ma chi non è come deve essere non si trova bene in nessun luogo e con nessuno. Colui che è come deve essere, ha Dio vicino a sé in verità, e chi possiede Dio in verità, lo possiede ovunque: per la strada e accanto a qualsiasi persona, così come in chiesa, in solitudine o nella cella. Se un uomo siffatto lo possiede veramente, e possiede lui soltanto, nessuno gli può essere di ostacolo.
Ma l’uomo in cui Dio non abita veramente, e che deve cercare Dio all’esterno, in questa cosa e in quell’altra, e che cerca Dio in modi diseguali, nelle opere o nelle persone o nei diversi luoghi, non possiede Dio. Un tale uomo incontra facilmente degli ostacoli, giacché egli non possiede Dio, e non cerca lui solo, né lui solo ama o ha nella mente; perciò gli sono di ostacolo non soltanto le cattive compagnie, ma anche quelle buone, e non soltanto la strada, ma anche la chiesa, e non soltanto le parole e le opere cattive, ma anche quelle buone: l’ostacolo infatti è in lui, perché Dio non è divenuto tutto per lui.
La volontà è piena e retta quando è totalmente spoglia di se stessa, disappropriata, e formata sulla volontà di Dio. Si, più è così, più è retta e vera.
Essere vuoto di ogni creatura è essere pieno di Dio, ed essere pieno di ogni creatura è essere vuoto di Dio.
Dio ama in virtù di se stesso, e compie ogni cosa in virtù di se stesso; ovvero egli ama per amore dell’amore e compie le opere per amore dell’operare. Infatti, senza alcun dubbio Dio non avrebbe generato il Figlio unigenito nell’eternità, se l’aver generato non fosse identico al generare. Perciò i santi dicono che il figlio è generato così eternamente che ancora continua ad esser generato. Sicché, Dio non avrebbe creato il mondo se l’aver creato non fosse tutt’uno con il creare. Perciò Dio ha creato il mondo in guisa tale che ancora continua a crearlo. Tutto ciò che è passato o futuro è lontano e altro da Dio. Perciò chi è nato da Dio quale figlio di Dio, ama Dio per lui stesso, ovvero ama Dio per amore di Dio e compie tutte le opere per amore dell’operare.
Ecco cosa intende Nostro signore quando dice: “Un uomo nobile partì”; l’uomo infatti, deve abbandonare tutte le immagini e se stesso, e diventare estraneo a tutto e da tutto dissimile, se vuole e deve veramente accogliere il Figlio e divenire figlio, nel cuore e nel seno del Padre.
L’amore separa l’anima dal corpo, ma l’amore separa tutte le cose dall’anima: esso non tollera a nessuna condizione se non Dio e ciò che è Dio e ciò che è di Dio. Chi è preso in questa rete, chi cammina in questa via, può fare ciò che vuole: qualunque cosa egli faccia è opera dell’amore; che egli faccia qualcosa o non faccia nulla, non importa. L’azione più insignificante, l’occupazione più umile è per lui e per gli altri uomini più salutare, più feconda e più grata a Dio che non le azioni di tutti gli uomini i quali siano puri di peccato mortale, ma inferiore a lui nell’amore. La sua quiete è più utile dell’attività dell’altro.
L’istante in cui Dio creò il primo uomo, l’istante in cui l’ultimo uomo perirà e quello in cui ora io vi parlo, sono identici in Dio: in lui non c’è che un unico istante. Vedete! Uno vive nella medesima luce con Dio: perciò egli non conosce né sofferenza, né futuro, ma un’unica, sempre uguale eternità. Per un simile uomo, compreso com’è nella verità, non esistono miracoli: in lui è l’essenza di tutte le cose; nessun accidente, nessun futuro può portargli qualcosa di nuovo, poiché egli vive in un presente che rinverdisce in ogni tempo, senza interruzione! Una simile potenza divina risiede in questa forza.
Ecco come puoi riconoscere se la tua sofferenza è tua oppure di Dio: se soffri per amore di te stesso, la tua sofferenza ti fa sempre male e il portarla ti pesa; ma se invece soffri soltanto in Dio e per Dio, essa non ti fa male e non ti pesa, poiché è Dio che porta il fardello. E s’anche cadesse su di te d’un colpo solo tutto il dolore che gli uomini hanno sofferto, o che tutto il mondo sopporta insieme, esso non ti dorrebbe, né ti sembrerebbe pesante, poiché Dio porterebbe il fardello.