La vita degli uomini si dipana giornalmente tra ritmi e doveri scadenzati, la società impone regole e necessità, a volte giustificate, molto spesso malate.
Non possiamo scegliere ambiti e possibilità diverse se non in misura molto ridotta e siamo quindi tenuti a far fronte a questi contesti, così come si presentano.
La capacità o meno di far fronte ad un quotidiano sì strutturato, ed i limiti propri di ognuno, determinano quindi la qualità della nostra vita.
Ogni uomo prova a condurre una vita secondo canoni, valori e gradimenti che gli sono propri; ciò però si scontra con la volontà di tutti gli altri uomini pronti a difendere il loro territorio.
Il tutto si risolve in scontri e conflitti le cui conseguenze rendono la vita difficile.
E’ una strada che da sempre gli uomini battono e che da sempre si è rivelata inutile.
Una vita basata su antagonismi e protagonismi, anche al di là di alcuni eventi apparentemente favorevoli; è una vita dura, piena di paure, insicurezze e violenza.
Siamo sicuri che questa sia l’unica via percorribile?
E’ possibile che l’uomo non abbia altre risorse, che la natura gli abbia fornito solo una terra da sfruttare e un campo di battaglia su cui sfinirsi e morire?
Tutte le nostre risorse sono state attinte dal di fuori senza aver mai guardato dentro di noi, con serietà.
Dentro ogni uomo ci sono delle possibilità naturali rimaste inattive che potrebbero riequilibrare questo eccessivo spostamento verso l’esterno e che potrebbero ridimensionare i pesi sociali.
Il ritrovarle, la loro gestione ed il conseguente riequilibrio è chiamata conoscenza di sé.
Non è qualcosa di mistico, né per pochi eletti, è un patrimonio che appartiene a tutti gli uomini e che non nega il mondo e le sue vicissitudini, ma lo incontra in maniera diversa.
Ovviamente come per ogni altra espressione umana, queste possibilità sono legate al tipo di interesse e di onestà di ognuno, per cui, non esistono scorciatoie o risultati garantiti, ma solo la propria dedizione e correttezza.
Questo è il percorso alla scoperta dell’uomo e della sua parte dimenticata.
EPILOGO
Stare con ciò che è e vederlo per quello che è, questo è il reale, questo è il concreto, il rimanente è solo illusione.
Quindi tutto si svolge all’interno di questo sguardo, di questa sensibilità senza la quale il mondo diventa un’esperienza fantasmagorica.
L’incontro con i fatti, l’apertura a ciò che si presenta, la sensibilità di cogliere la totalità del momento, anche nel cuore della sua essenza, nascosta agli occhi dei sensi e della ragione, questa è la meditazione.
Vivere impeccabilmente ogni accadimento nella completezza di un ascolto libero da ogni motivazione propria.
Questa è la natura dell’uomo, questo è il modo in cui egli condivide, in scioltezza e tranquillità, intoccato dal mondo, ma partecipe pieno degli eventi.
La naturalezza dell’essere, richiede la naturalezza del “percorso”.
Solo ciò che è autentico è richiamato dall’autenticità.
Questo richiamo dal profondo è costante e giunge alla superficie degli uomini passando attraverso i suoi condizionamenti rivelando un senso d’insoddisfazione, d’immaturità, poiché ciò che è essenziale rende vuoto e piatto ciò che essenziale non è.
Inutile cercare di riempire di contenuti questa insoddisfazione e questa piattezza, attraverso metodi, tecniche e credi di varia natura, il fatto stesso di riempire è sbagliato.
Essi vanno visti per quello che sono, il segno che la nostra natura non è ancora emersa, è lì nel profondo, vive dentro di noi, malgrado noi.
S’ impara così a morire a tutto ciò che non è autentico, perché ciò che è vero non muore mai.
Meditazione
Un naturale percorso umano
Autore Bruno Cavalli Dati 2010, 113 p., Brossura
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